LiguriaNews Genova24 Levante News Città della Spezia Voce Apuana TENews

«Salute pubblica a rischio, perché non si rimuove l’amianto?»

Cassonetti dei rifiuti stracolmi e fondi scomparsi per la rimozione dell'asbesto, Rifondazione chiede perché

Più informazioni su

“Le mirabolanti dichiarazioni dell’amministratore unico Porzano sul bilancio di Asmiu ci lasciano qualche perplessità operativa che mette certamente in contraddizione propaganda e realtà”.
L’attacco è di Rifondazione Comunista e oggetto delle critiche del partito è la gestione dei rifiuti non pericolosi ma anche di quelli pericolosi come l’amianto. “Se l’equilibrio di bilancio è stato fatto da tagli lineari che negano di conseguenza una gestione sana della raccolta dei rifiuti – scrive Rifondazione – ci domandiamo quanto ci sia da esultare. Le immagini sui social di cassonetti obsoleti senza coperchi, assolutamente non funzionanti che mettono in discussione la salubrità di diverse zone di Massa, e le proteste dei cittadini che si fanno sempre più frequenti ed insistenti, non lasciano scampo a chi amministra la municipalizzata: si stanno facendo operazioni di facciata nei luoghi centrali della città, si annunciano azioni securitarie che nemmeno si realizzano, si lanciano messaggi di taumaturgiche innovazioni tecnologiche, ma contemporaneamente si abbandonano le periferie, non si garantiscono i livelli minimi essenziali di servizio, si fanno investimenti su macchinari senza verificarne preventivamente l’efficienza.
Ma c’è molto di più”.

“Da circa 60 giorni – continua Rifondazione – abbiamo denunciato ufficialmente, in tutte le sedi opportune, la presenza di amianto abbandonato lungo la Via Aurelia, in un luogo centrale, frequentatissimo, lastre rotte che sono un pericolo per la salute di tutti. Siccome riteniamo che la Polizia Municipale abbia fatto il proprio dovere di segnalazione e verbalizzazione agli uffici competenti, la questione riguarda l’assessore Baratta e quanto ha messo in bilancio per la rimozione di amianto abbandonato. In passato era Asmiu a intervenire in questi casi e quindi chiediamo se i 60 giorni di ritardo nella rimozione del pericoloso amianto siano da attribuire ai tagli lineari che sono stati adottati per gli equilibri di bilancio, all’incapacità a gestire i servizi della municipalizzata oppure da un corto circuito della macchina amministrativa che ci sembra oggi governata più in funzione del taglio dei nastri che della salvaguardia della salute pubblica.
Intanto nonostante avessimo fatto denuncia, anche alla procura per opportuna conoscenza visto che l’abbandono di rifiuti pericolosi è reato, il pericolo per la salute resta e sembra non interessi nessuno, nemmeno chi ha la responsabilità istituzionale della salute dei cittadini.

Più informazioni su