LiguriaNews Genova24 Levante News Città della Spezia Voce Apuana TENews

Arrestati rapinatori di due banche a Carrara. "Usavano tecniche paramilitari" foto

Pendolari del crimine. I rapinatori provenivano dalla Sicilia. Per individuarli usato software in dotazione anche all'Fbi

Più informazioni su

I Carabinieri di Massa Carrara sono riusciti a dare un nome e un volto ai tre rapinatori che nel giro di due mesi erano riusciti nel 2015 a rubare 180mila euro in due banche del territorio. Il primo il 2 ottobre 2015 presso la banca Ubi di Avenza. Il secondo il 15 novembre dello stesso anno alla Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia di Marina di Carrara. Si tratta di tre uomini siciliani di un età compresa tra i 22 e i 32 anni. Probabilmente parte di una rete di criminalità organizzata diffusa a livello nazionale in grado di fornire indicazioni precise sugli obiettivi con sopralluoghi svolti in precedenza.

conferenza stampa procuratore

In entrambe le rapine i tre hanno dimostrato grande sangue freddo riuscendo a gestire una ventina di persone all’interno delle banche tra dipendenti e clienti. Anzi, nel primo caso sono riusciti anche a far entrare nella banca il figlio di un cliente che attendeva il padre all’esterno. Obbligando quest’ultimo a chiamarlo all’interno con una banale scusa. Il “palo” all’esterno quindi era anche in grado di gestire situazioni improvvise senza perdere la lucidità.

Insomma dei veri professionisti. Anche perché in entrambi i colpi hanno dovuto attendere circa un ora all’interno delle banche per lo sblocco delle casseforti automatiche mentre per sbloccare quelle manuali hanno minacciato i direttori facendosi consegnare le carte di identità con cui risalire all’indirizzo di casa. E per evitare di lasciare tracce utilizzavano colla sulle mani per non lasciare impronte su ciò che toccavano.

“C’è stato un lavoro enorme per raccogliere 30 testimonianze da parte della Compagnia di Carrara – ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri Valerio Liberatori – Alcuni testimoni li hanno osservati bene dando informazioni utili. Altre persone più emotive non sono riuscite a darci informazioni particolari”.

Pendolari del crimine. Una attività di indagine complessa e che ha richiesto grandi sforzi da parte dei Carabinieri. I tre sono arrivati in provincia con mezzi diversi: chi in aereo, chi in macchina e chi in treno. Limitavano le comunicazioni tra loro usando sim intestate a persone false. E sopratutto si riunivano solo in prossimità di fare la rapina.
Per risalire a loro sono state indispensabili le testimonianze ma anche un particolare software, in dotazione anche all’Fbi, in grado di evidenziare i rilievi antropometrici e svolgere comparazioni antroposomatiche anche con immagini poco nitide.

“Non è la prima volta con pendolari del crimine”. La scelta di Carrara non avrebbe particolari legami con il territorio, anche se probabilmente qui è presente un basista, in quanto la rete criminale ha fatto colpi anche in altre località del nord tra cui Spezia, Alessandria e Venezia. In questi casi non sempre erano i soliti tre di Carrara a compiere le rapine ma andavano in appoggio ad altri. Questo elemento supporta la tesi dei Carabinieri di una rete di criminalità organizzata in grado di operare su tutto il territorio nazionale.

“I dettagli delle rapine fanno capire che è gente di spessore – ha spiegato il procuratore capo di Massa Carrara Aldo Giubilaro – Hanno utilizzato accorgimenti molto particolari. Ma non è la prima volta che il territorio vede la presenza di “pendolari nel crimine”. Ricordo che anni ci fu un processo a rapinatori di Catania autori di 19 rapine in Toscana”.

Più informazioni su